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«Tagliamo subito le ferie di una settimana, da 31 scendiamo a 25 giorni di vacanza e scambiamo i 5 giorni di lavoro in più con una riduzione dell'aliquota fiscale per i lavoratori. O detassiamo la tredicesima: sarebbe un segnale fondamentale», propone Patrizio Bertelli, amministratore delegato di Prada, durante un convegno su moda e lusso organizzato ieri a Milano da Carlo Pambianco con Intesa SanPaolo. Mario Moretti Polegato di Geox concorda. «Il governo è andato in soccorso delle banche. Penso che invece bisogna portare i soldi nelle tasche dei consumatori, altrimenti a Natale i negozi resteranno pieni».
Dopo il buon andamento dell'ultimo biennio, la crisi tocca anche la moda italiana. Nel tessile il fatturato dei primi 8 mesi è sceso del 6,5%, nella pelletteria del 3,6% e nell'abbigliamento è rimasto fermo, con una forte contrazione dei consumi (-4,4% nel primo semestre). E, se l'epicentro è negli Stati Uniti, il problema riguarda l'intera Europa e sta per contagiare la Russia, grande compratore di Made in Italy. «L'attuale situazione di mercato somiglia molto a quella post 11 settembre, con rallentamento generalizzato degli investimenti e dello sviluppo per uno-due anni», sintetizza Pambianco.
La moda e il lusso, da Ferragamo a Versace, reagiscono con più attenzione ai costi o con il riposizionamento verso l'alto (è il caso di Binda). Ma c'è un consiglio (buono per tutte le stagioni): «Puntare sempre di più sulla qualità dell'offerta, avere una flessibilità organizzativa e manageriale e cercare partner strategici e finanziari adeguati», avverte Gaetano Micciché, responsabile Corporate e Investment Banking di Intesa.
Estratto da Il Corriere della Sera del 7/11/08 a cura di Pambianconews