Uno dei grandi cambiamenti che hanno attraversato il mondo della moda e del lusso negli ultimi dieci-quindici anni è la comparsa dei fondi di private equity, che hanno contribuito a cambiare la geografia finanziaria del settore, rafforzando allo stesso tempo la cultura manageriale delle aziende, che per molti anni avevano vissuto in una sorta di “limbo creativo” che oggi non può più esistere.
Nel 2007, secondo l'ultima indagine Pambianco Strategie di Impresa, le operazioni condotte da fondi di private equity nel settore moda sono state 50 su un totale di 170, contro le 39 su 158 del 2006. «La moda è un settore delicato in cui investire – sostiene Emanuele Pedrotti, Director per i comparti luxury and fashion all'interno della sede milanese di AlixPartners -. Prima di tutto c'è il problema dei tempi: quando compri un marchio o un'azienda i giochi sono già fatti per almeno l'intero anno successivo, visto che ogni collezione viene disegnata, prodotta e distribuita con largo anticipo – spiega Pedrotti -. Questo obbliga i fondi di private equity ad allungare il loro orizzonte: in generale queste società calcolano un impegno di 5-6 anni e la differenza tra la cifra investita all'inizio e il valore della transazione finale viene divisa per il numero di anni. li rendimento annuale degli investimenti in aziende moda può quindi essere leggermente inferiore a quello in altri settori».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 17/06/08 a cura di Pambianconews