Il presidente e fondatore di de Grisogono ha affidato la sorte della maison ginevrina ai diamanti neri, andando controcorrente. Era il 1996.Poi la moda prese piede, la concorrenza lo seguì e arrivò la consacrazione. « Il rischio paga sempre. E io me ne infischio delle statistiche di vendita», ammette. Nel suo futuro c'è la partnership con una grande maison o con un fondo di private equity. Le trattative vanno avanti da 8 mesi, il cerchio si sta stringendo. Gruosi è in contatto con un gruppo finanziario statunitense (insistenti le voci su Carlyle, ndr) e con due maison di Svizzera e Belgio. « è presto per sciogliere le riserve – confida – ma ormai è questione di mesi». Fra settembre e novembre dovrebbe arrivare l'annuncio. Unica certezza: porte chiuse ai gruppi multimarca. Gruosi non ci sta ad essere uno dei tanti. Lui vuole continuare ad essere libero dalla schiavitù del mercato, vuol nuotare controcorrente.
La crisi del settore non spaventa l'italo-libanese che, se da un lato si è lasciato convincere dalle Cassandre della finanza a tagliare i costi di produzione nel 2008, ha comunque segnato un +13% rispetto al 2007. Il giro d'affari è di 98 milioni di euro. Con 18 negozi. «Il primo l'ho aperto a Ginevra, poi sono arrivati Londra, Parigi, Porto Cervo, Roma, New York». Pochi e in posti esclusivi, perché de Grisogono «è assai selettivo nella distribuzione». Sette mesi fa sono stati inaugurati due punti vendita a Tokio, avamposto da cui partirà la conquista del Sol Levante. Le prossime aperture sono previste per metà 2009, a Shanghai e Las Vegas. Pensare chela storia di Gruosi comincia da una piccola gioielleria di Firenze. Poi arrivano le collaborazioni con Bulgari e Harry Winston. Finché Gruosi non mette sul piatto 10mila euro e si lancia nella sua folle scommessa col mercato del lusso: prima i diamanti neri, poi quelli bianchi e lattiginosi. E ancora le galuchat (pelle di razza, ndr) e l'oro nero.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 17/06/08, a cura di Pambianconews