Il Gruppo Ermenegildo Zegna chiude il 2007 con un utile netto di 69,7 milioni di euro (+10,1% rispetto al 2006). Il fatturato è salito a 843,4 milioni di euro (+8,3% a cambi correnti, ma +12,8% a cambi costanti), mentre la posizione finanziaria netta rimane altamente positiva a circa 90 milioni di euro.
Il Gruppo Ermenegildo Zegna, presente in circa 80 Paesi, anche nel 2007 ha visto riconfermata la strategia che ha il suo punto di forza in un'importante ed articolata rete di negozi monomarca, nel 2007 saliti a 525, di cui 253 in proprietà (+20%). Il rafforzamento dei punti vendita ad insegna esclusiva Zegna, infatti, è alla base del decisivo contributo apportato dal fatturato retail direttamente collegato al marchio Ermenegildo Zegna ed, in particolare, ai prodotti di lusso (tra cui Su Misura, Couture, Upper Casual ed Accessori), che cresce complessivamente del 9,4% a cambi costanti.
Crescita che si manifesta con percentuali significative in Cina (+38%), che diventa in assoluto il secondo mercato del Gruppo, a Hong Kong (+32%), nei Paesi dell'Est Europa (+ 36%), nel Middle East (+41%), in Thailandia, Malesia e Indonesia (+ 19%), in Argentina (+36%), ma anche sui mercati più consolidati come Stati Uniti (+12%), Germania (+10%) ed Italia (+6%).
Il 2008 prevede un piano di espansione accelerata del retail, soprattutto a gestione diretta. Sono, infatti previsti, tra gli altri, 20 nuovi negozi tra Cina e Hong Kong, di cui uno a Macao, 2 in India (New Delhi e Bangalhore), 3 nel Middle East (a Riad in Arabia Saudita, nel Barhein e in Qatar), 2 negli Stati Uniti (Palo Alto e Boca Raton), 3 rispettivamente in Ucraina (Kiev), Bielorussia (Minsk) e Estonia (Tallin), e 2 in Brasile (a San Paolo).
�Gli importanti investimenti diventati operativi nel corso del 2007, ha dichiarato Ermenegildo Zegna, Amministratore Delegato del Gruppo, sono alla base dei buoni risultati dell'esercizio appena concluso. L'andamento dei primo trimestre 2008 ci fa ben sperare in un risultato complessivamente ancora in crescita, nonostante l'andamento delle valute e, soprattutto, delle ripercussioni sull'economia mondiale della fase sostanzialmente recessiva attraversata dagli USA.�
A cura di Pambianconews