Si mette nello shaker il cambio euro-dollaro alle stelle. Si aggiunge l'effetto dei mutui subprime sulla crescita Usa. E infine, in dosi generose, il paventato rallentamento dei consumi. Agitare il tutto e proporlo in passerella. Il risultato? Una Babele di toni sulle prospettive 2008 del fashion business.
Il miglior campo per indagare è l'élite dei primi 25 gruppi italiani per fatturato, da Prada a Versace, da Ferragamo a Zegna, Tod's, Armani, Diesel, Dolce & Gabbana e Gucci. Un campione che vale 29,5 miliardi di ricavi, il 17% della fashion industry mondiale. �Un rallentamento ci sarà, stimiamo una crescita del 4-5% pari alla metà circa del 2007�, spiega Carlo Pambianco, tra i più noti consulenti del lusso.
La classifica delle griffe top performer in base alla crescita del giro d'affari a cambi correnti, elaborata appunto dalla Pambianco Strategie di Impresa è il punto di partenza anche per guardare ai prossimi mesi.
Lo sprint più secco l'hanno realizzati la Geox di Mario Moretti Polegato (+25%), seguita da Dolce&Gabbana (19,9%), Calzedonia (16,7%), Tod's (14,7%) e Prada (14,1%). Il gruppo milanese ha scalato anche la classifica della redditività con 316 milioni di ebitda (+34%).
C'è poi chi è cresciuto in linea con il mercato, da Armani (+8,5%) a Zegna (+8,2%), alla maison Versace, che ha ripreso a correre dopo un triennio di turn around, chiudendo con 311 milioni di ricavi in progresso del 7,8%.
Tra i protagonisti del lusso pronti a scommettere sugli States primo fra tutti si posiziona Zegna (843 milioni di ricavi) che prevede investimenti Oltreoceano per 50 milioni concentrati nel retail.
Estratto da Il Mondo del 11/04/08 a cura di Pambianconews