«C'è un'Italia che fa sognare il mondo. E la Vespa ne fa parte». Certo non è tutto lì: se Diego Della Valle, insieme al fratello Andrea, ha investito oltre ottanta milioni del portafoglio di famiglia e controllerà di fatto il 5% della Piaggio, è naturalmente perché ha tenuto d'occhio la «resurrezione di Pontedera» e nel gruppo toscano ha visto (e vede) «fortissime potenzialità di sviluppo». «Un'ottima occasione», insomma. Si fosse trattato solo di scommettere su un titolo ritenuto promettente, però, tutto sommato nel listino Mr Tod's avrebbe trovato una discreta possibilità di scelta. La differenza l'ha fatta, appunto, la Vespa. Il dichiarato «credo» nel made in Italy da parte di chi, del made in Italy, è uno dei celebrati signori.
Con il 2%, e l'opzione su un altro 3%, diventa il secondo azionista dopo l'Immsi di Roberto Colaninno. Il che ha scatenato anche qualche speculazione.
E le prendete per buone? La Piaggio è un investimento di famiglia. E tutto quello che facciamo fuori dalla Tod's segue criteri precisi. Dobbiamo vedere grandi potenzialità di crescita e dunque anche di rivalutazione dell'investimento, evidentemente. E puntiamo su gruppi di dimensioni importanti ai quali, però, non serva un contributo gestionale.
Perché non un acquisto nel vostro core business? Non ci sono, sul mercato, aziende che si integrino con lo «stile Tod's»?
Non è questa la ragione. Lo sviluppo c'è stato e continuerà, anzi: siamo talmente concentrati sulla crescita dei nostri marchi da poter dire che, entro il 2008-2009, le performance Tod's ne cambieranno completamente la fotografia dimensionale. Ma avverrà per crescita interna, che ha ancora enormi potenzialità. L'attenzione mia e di mio fratello è dedicata solo alla gestione del gruppo. Che peraltro, per fortuna, si autofinanzia tutto lo sviluppo.
Dati dell'ultimo bilancio: 573 milioni di ricavi, 66,1 di utili, 30 di investimenti (pubblicità esclusa). Negli ultimi tre anni la crescita media del fatturato è stata del 17% e quella dei profitti del 31%. È in grado di promettere ancora gli stessi ritmi? Quando dice «cambierà completamente la fotografia», quali obiettivi fissa?
Li stiamo costruendo adesso. Diciamo che l'obiettivo 2007 è razionalizzare tutto quello che è stato fatto, potenziare la macchina distributiva nei Paesi nei quali già siamo, ed entrare in alcuni nuovi mercati che saranno molto importanti nel prossimo decennio.
Parla molto di industria. Ma avete partecipazioni cruciali anche nell'editoria, con Rcs Mediagroup (e dunque con il «Corriere»). E nella finanza: è azionista di Mediobanca e consigliere Generali. Snodi parecchio delicati: soprattutto gli ultimi due, dopo la fusione Unicredit-Capitalia…
Ci sentiamo finanzieri zero, e imprenditori cento: il tempo è tutto dedicato allo sviluppo del nostro gruppo.
Estratto da Corriere della Sera del 10/06/07 a cura di Pambianconews