Roberto Colombo, amministratore delegato del Lanificio Luigi Colombo, non ha intenzione di abbandonare la politica dei “piccoli passi” che ha fatto diventare l'azienda il fornitore di tutti i marchi del lusso, da Hermès a Prada, Burberry, Chanel e Valentino.
Un'industria di nicchia, con un fatturato di 70 milioni di euro, che vuole emergere nel tessile italiano e mondiale senza soci, rifiutando la Borsa e puntando tutto sulla qualità sofisticata.
Il Lanificio Colombo parte dalle materie prime, ricercate accuratamente in Argentina e Cina, ed esegue le prime lavorazioni in loco. Quando i materiali arrivano nello stabilimento vercellese l'azienda si occupa della filatura, tintura, tessitura e finitura; infine una divisione si occupa del prodotto finito, dai maglioni agli accessori, che vengono confezionati e distribuiti.
Roberto Colombo ha rivelato che l'azienda apre mediamente uno o due negozi monomarca all'anno: le prossime avverranno a Porto Cervo e, probabilmente, a New York, Londra e Tokyo.
A proposito di estero, la produzione di tessuti in conto terzi ha una percentuale di export che supera il 70%, mentre il prodotto finito arriva all'80%.
“Per raggiungere dei risultati stabili, e per mantenerli, si deve entrare nel mercato dalla porta di servizio”, ha concluso l'amministratore delegato del lanificio che oggi sta lavorando ad un nuovo progetto realizzato in esclusiva: un filato di puro cashmere ritorto con un filamneto d'oro. “L'innovazione è in fondo, da sempre, il motore della nostra azienda”.
Estratto da Economy del 11/05/07 a cura di Pambianconews