Il progetto Cina è sul tavolo di Marcello Binda, alla guida del primo gruppo italiano di orologi con una scuderia che va da Breil a Dolce & Gabbana. Ma prima di approvarlo definitivamente, l'imprenditore milanese vuole trovare l'uomo adatto a gestire il lancio in quel mercato e mettere a punto i dettagli di una strategia a lungo termine per conquistare il Paese dal miliardo di consumatori.
Per ora Binda ha aperto un negozio monomarca Breil a Shanghai, dopo la sede di Hong Kong. Sono così in tutto una trentina le insegne Breil che diventeranno un centinaio nel giro di tre anni, per metà all'estero. Breil rappresenta con D&G i tre quarti del fatturato complessivo del gruppo che dovrebbe salire quest'anno a 280 milioni, con un balzo dell'11 % sul 2006.
Interesserà la Cina anche la gamma degli orologi meccanici di precisione Wyler Genève, che sarà lanciata a livello globale nei prossimi giorni e che per Binda rappresenta una importante svolta verso la fascia alta del mercato. A livello strategico si completa così la gamma della produzione che copre tutti i segmenti, dai 50 euro in su.
Al progetto internazionalizzazione, che punta decisamente sugli Stati Uniti (con una filiale guidata da Franco Campesato) come principale mercato di sbocco dopo l'Europa e la Germania in particolare, lavora anche il nuovo direttore generale della holding Binda spa, Gianni Pieraccioni, nominato da poco AD di Binda Italia e di Binda retail, le due società operative. Marcello Binda (per l'attività commerciale e lo stile) è co-amministratore delegato della holding con il fratello Simone (finanza e operatività), mentre il padre Mario è presidente non operativo.
Estratto da Il Mondo del 16/03/07 a cura di Pambianconews