«Di questi modelli la Ferrari ne ha prodotti sei, ma questo è il settimo». Sventola una fotografia di una P4 rossa “taroccata” parcheggiata nella campagna di Shanghai, Franco Frattini, per dimostrare a quali vertici di sfrontatezza sia arrivato il business della contraffazione. E proprio per combattere la valanga di prodotti di lusso falsificati che si riversa sui mercati europei dalla Cina (ma non solo), il commissario alla Giustizia ha presentato ieri una proposta di direttiva che estende in tutta Europa la perseguibilità penale della contraffazione, prescrivendo anche la carcerazione.
«La contraffazione è un vero reato, ha sostenuto Frattini, e un fantastico business per la criminalità organizzata, che arreca seri rischi ai consumatori, basandosi spesso sullo sfruttamento del lavoro di minori». E un'altra foto di bambini asiatici in una buio laboratorio viene esibita, per dimostrare i drammi umani che si nascondono dietro a tanti prodotti pirata.
«Sei, sette Paesi in Europa, spiega Frattini, prevedono solo in alcuni casi sanzioni amministrative, non penali» e non hanno adeguati dispositivi per la confisca e la distruzione della merce sequestrata, né per l'inquadramento nell'associazione a delinquere. Già a luglio Frattini si fece promotore di una decisione-quadro per rafforzare il sistema sanzionatorio, ma ora si passa a una marcia superiore. Nella proposta di direttiva, viene definita come infrazione penale ogni attacco intenzionale al diritto di proprietà intellettuale, commesso su scala commerciale, compreso il tentativo, la complicità e l'istigazione.
Positivo il giudizio sulla proposta di Armando Branchini, segretario generale di Altagamma, «non solo nel significato ma anche per come è tecnicamente definita: ci auguriamo che il Consiglio e l'Europarlamento possano approvarla nei tempi giusti e senza stravolgimenti».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 27/04/06 a cura di Pambianconews