A capo della Confindustria indiana ed egli stesso imprenditore tessile, M. S. Mathivanan nei giorni scorsi ha compiuto un viaggio in Italia per promuovere la nascita di un Centro che diffonda le competenze informatiche e la qualità, per cui si è scelta una partnership con l'Aica, Associazione italiana per l'informatica e il calcolo automatico.
L'India attraversa una fase di enorme sviluppo economico: quali sono i principali fattori alla base del boom?
Credo ci sia soprattutto lo sviluppo a livello internazionale dell'industria indiana, con gli accordi con la Wto. La gente ha iniziato a capire la globalizzazione e ad attrezzarsi per raggiungere gli standard internazionali. Per conseguire questo obiettivo è prioritario migliorare la produttività. Come secondo elemento indicherei il valore aggiunto e l'aumento della produttività.
Qual è, in particolare, la competenza in fatto di qualità?
Quando l'avremo sviluppata, il nostro settore tessile potrebbe diventare il numero uno mondiale. E comunque contiamo di diventare il quarto produttore mondiale di tessili entro la fine di questo decennio.
State guardando all'Italia come al Paese con l'industria a più alto valore aggiunto?
Il vostro è il quarto Paese per importazioni dall'India nel settore tessile, per la moda italiana e anche nel settore della pelletteria.
Pensate anche a portare Aziende italiane in India che possano poi ri-esportare i loro prodotti in Italia?
Certo, come il gruppo Carrera, ad esempio, che sta costruendo un grande impianto nell'India centrale. Vuole produrre da noi e poi esportare in Italia.
Che importanza hanno gli investimenti stranieri per lo sviluppo industriale dell'India?
Sono indispensabili per elevare il livello tecnologico, oggi arretrato in vari settori: ecco perché vogliamo portare in India tecnologie e know-how dall'Italia. Come in Cina del resto, dove oltre il 30% degli investimenti proviene dall'estero. Inoltre i consumi stanno diventando molto elevati, sia perché gli indiani sono molti, sia perchè il loro reddito cresce rapidamente. Vedo quindi grandi prospettive per i settori cosmetico, alimentare e per i trasporti, auto e moto soprattutto.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 27/03/06 a cura di Pambianconews