È stato finalmente apposto anche il sigillo politico dei Governi europei all'accordo stipulato dalla Commissione europea e dalla Cina per far riaffluire verso i negozi la marea di pullover, pantaloni e reggiseni cinesi bloccati alle dogane europee durante l'estate. Il via libera era ormai nell'aria da qualche giorno ed è stato formalizzato ieri a Bruxelles, prima dalla riunione degli ambasciatori dei 25 (Coreper) e poi dal Comitato tessile Ue. L'intesa è stata approvata praticamente all'unanimità, dal momento the solo la Lituania si è astenuta.
Sulla questione quote si è così riuscito a ricucire lo strappo tra lo schieramento dei Paesi comunitari con interessi nella produzione tessile, con in testa Italia, Francia, Spagna e Portogallo ma con l'appoggio anche di Stati continentali come Belgio, Polonia e Lituania, e quello dei Governi europei nordici e scandinavi, Germania, Gran Bretagna, Svezia, Finlandia, più interessati a tutelare gli interessi di importatori a grandi catene di distribuzione.
Il 50% dei circa 87 milioni di capi (per la maggior parte pullover) fermi alle dogane è stato lasciato entrare dagli europei sfondando le quote concordate in giugno per il 2005, mentre l'altro 50% verrà assunto in carico dai cinesi, conteggiandolo per la maggior parte a deduzione delle quote 2006, a in parte minore utilizzando lo spazio dell'unica tra le dieci quote 2005 non ancora piena (tessuti in cotone).
Estratto da Il Sole 24 Ore del 8/09/05 a cura di Pambianconews