«Non so cosa stia succedendo in Marzotto». È di buon umore, Antonio Favrin, presidente dei due rami di Valdagno (e di Zignago), mentre commenta l'anomala corsa del titolo tessile, di cui dal primo luglio è passato di mano il 65% del capitale (contro un 40% di flottante). Il manager è appena tornato dalla Germania, dove ha visto in anteprima la nuova collezione donna di Hugo Boss, Orange, definita «una linea giovane e magnifica che avrà grande successo».
Ingegner Favrin, sono iniziate le battaglie in Marzotto?
Non lo so. Non conosco cosa stia spingendo il titolo. E le ipotesi su scalate da parte di un ramo o l'altro della famiglia sinora si sono rivelate sbagliate. Canova ha già spiegato di non aver comprato o venduto azioni. Mentre le compravendite di Umberto Marzotto (ieri sono emersi nuovi acquisti che portano la quota del settantanovenne fratello di Pietro all'8,184%) sembrano coerenti con il fatto di aver ottenuto liquidità in Zignago da reinvestire nell'azienda di famiglia. Aggiungo che questi scossoni non fanno bene al titolo e al gruppo.
Teme ripercussioni in Valentino?
In Valentino le cose stanno procedendo secondo i piani, secondo un disegno iniziato già da qualche anno e che ritengo sia stato apprezzato dal mercato.
C'è chi dice che lei sarebbe pronto a investire ancora in Valentino.
Ciò che posso dire è che ogni progetto può sempre migliorare. Sinora ci ha dato grandi soddisfazioni. Valentino Fashion Group ha un portafoglio di marchi invidiabile (Valentino, Marlboro e Hugo Boss), i fondamentali economico-finanziari sono positivi e il management si sta dimostrando di prim'ordine. Sono assolutamente ottimista sul fatto che Valentino Fashion Group sarà uno dei player fondamentali del settore luxury nel prossimo futuro.
Estratto da Finanza&Mercati del 23/07/05 a cura di Pambianconews