L'estate alimenta il mercato illecito di pelletteria venduta su spiagge e in luoghi di villeggiatura. L'Associazione italiana dei Produttori di Pelletteria dice “basta”, e lo grida a gran voce.
Come si legge nel testo ufficiale redatto dalla Polizia di Stato, in merito al fenomeno della Contraffazione “Un'economia di mercato nella quale gli operatori abbiano eguali possibilità di trarre i massimi benefici, deve essere imperniata su regole di libera e leale concorrenza. Per una efficace tutela delle imprese che investono capitali, occorre eliminare o limitare al massimo i profitti di coloro che, senza sostenere analoghi investimenti e correre gli stessi rischi, possano godere dei benefici della ricerca e dello sviluppo condotti da altri con impegno di risorse umane e capitali. In tale ottica si colloca il fenomeno della contraffazione che ha raggiunto, negli ultimi anni, livelli quantitativi e qualitativi rilevanti, tali da stravolgere le regole di libero mercato”.
La contraffazione e l'abusivismo stanno provocando danni irreparabili all'economia nazionale; una molteplicità di infrazioni normative ed azioni illegali vengono commesse quotidianamente sotto gli occhi di tutti, e la maggioranza acconsente, o peggio, alimenta l'illecito giro d'affari acquistandone i prodotti.
Nel periodo estivo la piaga è ancora più dilagante, trovando terreno fertile sulle spiagge, agli angoli delle strade nei luoghi di villeggiatura, nelle città d'arte.
AIMPES, Associazione Italiana produttori di pelletteria, in difesa di tutto il settore che rappresenta e di chi da sempre lavora nella legalità, ha deciso di sensibilizzare l'opinione pubblica attraverso una lettera indirizzata ai Sindaci delle principali città italiane e località turistiche costiere, ai Ministeri competenti, alle Organizzazioni imprenditoriali del Commercio.
“Negli ultimi cinque anni – ha dichiarato Giorgio Cannara, presidente di AIMPES -abbiamo perso oltre il 30% tra imprese e lavoratori a causa della nota aggressività commerciale cinese che alimenta la gran parte delle vendite irregolari dei cosiddetti vù cumprà. Non possiamo più stare zitti a guardare. E' giunto il momento di dire basta, ma questa volta sia sul serio.”