Quello tra imprenditori e sindacati del tessile è un rapporto consolidato, il risultato di una filosofia del dialogo che non si è interrotto neppure nelle fasi più burrascose. E oggi, nella “campagna” contro l'invasione dell'abbigliamento a prezzi stracciati dalla Cina, aziende e sindacati sono il motore nel pressing su Bruxelles.
E come ogni squadra anche il sindacato e gli industriali hanno un regista che guida il collettivo. Valeria Fedeli (segretaria generale della Filtea-Cgil che con 118mila iscritti è la sigla più rappresentativa) e Paolo Zegna (presidente di Sistema moda Italia) sono i capitani delle due formazioni: sono affiancati, rispettivamente da Sergio Spiller (segretario generale aggiunto della Femca-Cisl), Pasquale Rossetti (Uilta-Uil) e, tra gli industriali, da Tito Burgi (presidente dell'Associazione tessile italiana) e da Giorgio Giardini (presidente della Federazione tessilvari).
«L'ingresso della Cina sui mercati mondiali – dice la Fedeli, che è anche leader del sindacato tessile europeo – non è una novità al punto che già nel '97 con l'allora ministro Pierluigi Bersani avevamo costituito un Osservatorio per definire le linee strategiche del sistema moda. Poi con il nuovo Governo di Centro-destra il confronto si è bloccato e ancora aspettiamo una convocazione dalle Attività produttive. Di fronte all'emergenza siamo andati avanti da soli fino al documento comune dell'anno scorso per sollecitare politiche commerciali da presentare a Bruxelles».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 27/05/05 a cura di Pambianconews