Suona l'allarme in via Montenapoleone per l'intero lusso milanese. Nel fiume di parole, e di peana, elevati al cielo nella due giorni del convegno Milano di Moda, spicca una frase: «Nel capoluogo lombardo le nostre vendite per metro quadro sono circa la metà dei negozi di Parigi, tra il 30 e i 50% in meno delle boutique di Tokyo, Londra e New York». Il commento è di Michele Norsa, amministratore delegato di Valentino, marchio che ha fatto la storia del made in Italy e della stessa via Montenapoleone.
«Attenzione, ha precisato Norsa, all'enfasi con cui si guarda a Milano: dieci anni fa la città spiccava sul panorama internazionale, ma oggi il bacino di clientela non è paragonabile ad altre capitali del lusso». Peraltro, in oltre la metà dei casi i clienti arrivano da Mosca o dal Medio Oriente. Perciò Valentino oggi prevede l'apertura di «una decina di boutique entro fine anno in giro per il mondo, e guarda due volte verso l'Asia, poi si gira e punta agli Usa».
Le valutazioni di Norsa servono per «riportare alla realtà, provocare una reazione e stimolare le soluzioni: che non passano certo per una riduzione delle sfilate, ma per sforzi sui servizi, sugli eventi, sulle aperture domenicali».
Estratto da Finanza&Mercati del 4/05/05 a cura di Pambianconews