La Commissione dell'Unione Europea fa un primo intervento per tentare di frenare l'avanzata dell'export tessile cinese a basso costo, non più sottoposto a un regime di quote dall'1 gennaio scorso. Il commissario per il Commercio estero, il britannico Peter Mandelson, ha annunciato le «linee guida» per valutare l'eventualità di attuare le azioni di salvaguardia previste dall'accordo di adesione della Cina all'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) fino al 2008. Mandelson ha segnalato che la Cina «copre il 20% delle esportazioni tessili mondiali e potrebbe arrivare al 50% nei prossimi cinque anni». Ma ha negato che gli interventi «temporanei» dell'Ue possano nascondere intenti protezionistici.
«Il mio obiettivo è di assicurare una transizione agevole verso il mondo “post quota” senza incorrere in evitabili danneggiamenti della nostra industria e di vulnerabili Paesi in via di sviluppo». L'azione contro l'export tessile cinese è stata sollecitata da Italia e Francia, ma anche da esportatori verso l'Ue come Marocco, Tunisia e Turchia. Il vicepresidente della Commissione, Franco Frattini, ha definito «un passo importante» l'intervento in difesa dell'industria tessile europea varato a Bruxelles e ritiene che possa essere attuato rapidamente «quando ci saranno i dati disponibili, che oggi abbiamo chiesto agli Stati membri».
Estratto da Corriere della Sera del 7/03/05 a cura di Pambianconews