Dice Diego Della Valle: «È il momento per riaffermare quali sono le cose importanti che il made in Italy può fare in Italia. Per questo è necessario fare un appello agli imprenditori più visibili: devono smetterla di confondere le questioni e dire con chiarezza da che parte stanno. Se sono italiani e vogliono produrre in Cina, che lo scrivano sulle etichette». Occorre, aggiunge l'imprenditore, «una forte operazione patriottica produttiva».
Il pil cresce meno del previsto, la bilancia commerciale italiana è tornata negativa per la prima volta dal 1992, le associazioni della moda denunciano l'invasione di prodotti cinesi, l'occupazione continua a calare…
«Per quanto riguardale aziende del made in Italy non c'è dubbio che questo sia il momento per fare il punto della situazione, in modo tale che in casa propria ciascuno possa capire quali sono le opportunità da perseguire. Finora si è sentito di tutto, “disegnato in Italia”, “pensato in Italia”…»
La Cina, intesa come sbocco per le vendite, dà veramente dei risultati? Per ora là i negozi sembrano ancora piuttosto vuoti.
«La Cina è un mercato dove bisogna esserci perché il posizionamento si fa adesso, ma è evidente che ancora per tre-cinque anni non permetterà di fare grandi affari».
Parlava delle dimensioni delle imprese. Tod's, oggi, con i 420,8 milioni di euro nel 2004, ha quella giusta? Continuerete a seguire la strada della crescita interna?
«Abbiamo fatto una pianificazione tutta per linee interne, abbiamo molto da fare e una potenzialità enorme. L'anno scorso abbiamo aumentato il fatturato del 13,3% e quest'anno cominceremo a vedere il frutto degli investimenti fatti, sia con una crescita più importante sia con i profitti che devono diventare maggiori».
Estratto da CorrierEconomia del 21/02/05 a cura di Pambianconews