Alla soglia dei suoi 50 anni, e dopo una carriera spesa da top manager tutta dentro al gruppo Armani, Alfredo Passariello ha impresso una curva secca alla sua vita. Ha accettato di prendere in cura Belfe, storico marchio dell'abbigliamento sportivo, prestigioso quanto malandato. “Ho accettato la proposta di occuparmi di Belfe perché dobbiamo avere tutti il coraggio di rimetterci in gioco. Qui posso incidere una traccia più profonda e personale, i soldi non sono tutto”, spiega Passariello. Non è sfida da poco la ristrutturazione e il rilancio di Belfe.
“Il negoziato per la ristrutturazione degli organici è durato mesi, perché con le famiglie non si gioca. Devo ringraziare il sindacato per la sua lungimiranza” dice l'amministratore delegato di Belfe. Al capitolo riorganizzazione appartiene pure l'inserimento di un team di vertice giovane e fortemente motivato. “Direi che ci unisce l'entusiasmo e la voglia di offrire collezioni con uno stile identificabile e non solo prodotti” sostiene Rosanna Buccaro, responsabile produzione e commercializzazione.
La strada è in salita e il nuovo pilota non se lo nasconde affatto. Belfe nel '99 aveva un fatturato di 86,8 milioni, un margine operativo lordo di 6,3 milioni e un utile ante tasse di 851mila euro. Il giro d'affari nell'esercizio 2003 era crollato a 51,6 milioni, passando in territorio sia il margine operativo lordo (4,2 milioni), che i profitti prima delle imposte (12,9 milioni).
Estratto da Affari & Finanza del 7/02/05 a cura di Pambianconews