La moda «è una delle poche risorse italiane che abbiano una forte comunicazione internazionale. È grazie alla moda, alla presenza dei suoi marchi nel mondo, che esportiamo il made in Italy». Beatrice Trussardi, presidente e amministratore delegato della società di famiglia, è uno dei tre «giovani leader globali» italiani scelti dal World Economic Forum che a fine mese terrà la tradizionale riunione. Con lei Matteo Arpe, amministratore delegato di Capitalla, e Andrea Guerra, amministratore delegato di Luxottica. Due su tre, insomma, vengono dal mondo della moda e del lusso.
Un mondo molto visibile all'estero, poco riconosciuto come industria all'interno.
«È tipico, tutto ciò che abbiamo non lo consideriamo. Ma mi auguro che adesso sia cambiato qualcosa».
Crede che molti delocalizzeranno?
«Penso di sì».
Come evitare altre delocalizzazioni?
«Bisogna favorire l'industria italiana. Abbiamo una burocrazia che rallenta tutto. Noi stessi per chiudere la fabbrica di Almè (provincia di Bergamo, sede storica di Trussardi), abbiamo impiegato molto tempo, non c'è molto appoggio da parte della politica e dell'apparato burocratico».
La chiusura di Almè è un primo passo per andare all'estero?
«No. Abbiamo chiuso Almè e spostato le produzioni in Toscana. Crediamo nel made in Italy».
Estratto da CorrierEconomia del 17/01/05 a cura di Pambianconews