«Il 2005 sarà l'anno dell'uomo informale». Dall'osservatorio di Pitti Immagine Uomo, il direttore marketing, Agostino Poletto, anticipa a Affari&Finanza le tendenze che emergeranno dalla manifestazione fiorentina (che apre i battenti il 12 gennaio e chiuderà il 15). «Se da un lato si va verso una maggior informalizzazione del vestire maschile, precisa, dall'altro il mondo dello sportswear va acquistando valenze tipiche dei prodotti di alta gamma. Poiché c'è dentro ricerca sui materiali, sul design, e molta sperimentazione».
Gli esempi si sprecano: Puma con Philippe Stark, Reebok con Paul Smith e, da Firenze, anticipano una nuova liaison: Mare Newson (designer che lavora con il gruppo Cappellini) lancerà a Pitti una nuova collezione firmata G-Star che consiste nella rielaborazione di giacche militari giapponesi. Ma insieme alle tendenze moda, da Pitti arrivano anche quelle economiche. Che sono meno brillanti e fantasiose. Soprattutto se andiamo a vedere le performance del made in Italy.
«E' vero che i numeri disegnano una situazione in miglioramento, racconta il direttore delle iniziative speciali di Pitti Immagine, Lapo Cianchi, ma è altrettanto vero che la situazione rimane pesante. Basta considerare i dati elaborati dal Centro Studi di Sistema Moda Italia per avere degli ordini di grandezza: nel 2004 la produzione dell'industria della moda maschile è cresciuta dello 0,6% e le esportazioni dell'1,8%. Valori positivi, ma non sufficienti a recuperare le perdite registrate nel 2003» .
Estratto da Affari & Finanza del 10/01/05 a cura di Pambianconews