La Rinascente si appresta a mettere in vendita i grandi magazzini d'abbigliamento, che valgono circa il 16% dei ricavi di gruppo?. Un dossier del genere, almeno ufficialmente, non risulta aperto, anche se non è un mistero che dopo l'opa e il delisting condotti dai due soci col 50% a testa Ifil e Auchan, il riassetto delle attività è tema costante di piani e valutazioni. Oggetto di attenzione, anche all'esterno, sono in particolare i 17 magazzini a marchio La Rinascente e i 133 Upim diretti (più 230 affiliati in franchising) con un giro d'affari di circa 800 milioni all'anno: in pratica tutte le attività non food, che nel gruppo si affiancano alla catena alimentare Sma, agli ipermercati Auchan e ai centri Brico e Leroy Merlin.
Presso alcuni fondi di private equity e altri investitori finanziari c'è la convinzione che il gruppo Rinascente starebbe esplorando la possibilità di disinvestire dai grandi magazzini, magari mantenendo una quota di minoranza, a favore di uno o più soci. Contatti e colloqui ci sono stati da inizio febbraio, con interlocutori sia l'azionista Ifil sia il management Rinascente guidato dall'amministratore delegato Giovanni Cobolli Gigli.
In effetti il gruppo La Rinascente ha bisogno di recuperare redditività e cassa per remunerare l'ingente investimento da oltre 800 milioni sostenuto da Eurofind (la holding lussemburghese posseduta fifty-fifty da Ifil e Auchan) con l'opa fino al 100% dell'autunno 2002. Sugli immobili è già stata montata la joint-venture Gci con il partner americano Simon property group al 49%. E nella strategia di divisionalizzazione anche i grandi magazzini, scesi col tempo al 16% dei ricavi totali, non sono esattamente il fulcro del core business. Da qui la possibilità di valorizzarli con una partnership azionaria.
Vedi tabella che segue
Estratto da Il Mondo del 5/03/04 a cura di Pambianconews