Il cavaliere del lavoro Miro Radici non ama raccontarsi. Nascondendosi dietro il paravento di chi è vissuto soltanto di pane e lavoro, anche se dal padre Pietro, che aveva iniziato battendo i mercatini delle valli bergamasche con il suo carretto carico di tessuti di ogni tipo, non era mancato il suggerimento a godersi una gioventù che passa sin troppo in fretta. Ma, gira e rigira, il discorso finisce sempre sull'operatività aziendale, sugli investimenti, sull'export, su quelle dannate macchine tedesche che non valgono certo più di quelle italiane ma che c'è sempre chi, chissà perché, le vuole comprare pur pagandole di più.
Con un chiodo fisso centrato sulla voglia di far crescere ancora quel suo impero nel meccanotessile (l'Itema Group, che lo scorso anno ha brindato, a fronte di un network comprendente 7 aziende controllate, 12 siti produttivi e 3.250 dipendenti agli 830 milioni di euro di fatturato), un impero che non ha rivali al mondo e che l'Antitrust non manca di tenere a bada, tanto da avergli imposto la cessione dello stabilimento di Schio a fronte del benestare per l'acquisto, nel luglio 2001, del prestigioso gruppo svizzero Sulzer Textil, composto da sette società e undici rami d'azienda.
Nel corso del 2001, a completare il processo di diversificazione e dopo che l'anno prima Somet e Vamatex erano state fuse per dare vita alla Promatech, specializzata nella produzione di macchine per tessitura, nasce Itema Group, leader assoluto nel campo delle roccatrici, delle maccchine tessili, degli accessori e dell'elettronica.
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Estratto da Il Sole 24 Ore del 27/10/03 a cura di Pambianconews