Gucci accelera il passo grazie al successo delle collezioni autunnali e aumenta la propria scommessa sui mercati asiatici. «Nelle prime due settimane di settembre, le vendite sono andate meglio di agosto che aveva già registrato una crescita a due cifre, spiega Domenico De Sole, amministratore delegato del gruppo Gucci, ieri a Hong Kong per l'inaugurazione di un nuovo negozio di Yves Saint Laurent. Questi risultati ci consentono di dire che oggi siamo la brand del lusso che sta mettendo a segno la migliore performance al mondo. E smentiscono fermamente le tante idiozie fatte circolare nei mesi scorsi dalle lobbies anti-Gucci sul presunto declino del nostro marchio».
Dopo un decollo difficile nella prima parte dell'anno, durante il quale tutte le griffe hanno sofferto gli effetti della guerra in Irak e della Sars, Gucci riparte dunque di slancio. Con le vendite che stanno facendo boom in tutto il mondo. E con la strategia di crescita che prevede un forte aumento della presenza del gruppo in Estremo Oriente poiché, sottolinea De Sole, «oggi non si può pensare di operare con successo nel settore del lusso senza considerare l'Asia». Una regione del mondo che oggi rappresenta circa il 12% del giro d'affari complessivo del gruppo (2,5 miliardi di euro nel 2002), ma che in futuro avrà un peso crescente nell'attività di Gucci.
«L'apertura del nuovo punto vendita Yves Saint Laurent qui a Hong Kong, prosegue l'amministratore delegato della multinazionale fiorentina, rientra in questa logica di sviluppo su un mercato enorme che sta cambiando rapidamente fisionomia grazie all'avvento della Cina. Per due ragioni. La prima è che l'incremento della ricchezza all'interno del Paese sta aumentando progressivamente il numero dei consumatori che possono permettersi l'acquisto di beni di lusso. La seconda è che i cinesi stanno diventando un popolo di viaggiatori che va in giro per il mondo e spende quattrini. In un certo senso, i turisti cinesi stanno lentamente soppiantando quelli giapponesi. Per fare un esempio, basti pensare che solo cinque anni fa a Macao si recavano ogni anno 200mila turisti cinesi; nel 2003 ce ne andranno più di 4 milioni. Ecco perché sono certo che, nel lungo termine, la Cina diventerà il principale mercato asiatico per le aziende del lusso».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 23/09/03 a cura di Pambianconews