Il gruppo Ppr (Pinault Printemps-Redoute), che controlla Gucci, ha chiuso il primo semestre dell'esercizio 2003 con un utile netto in calo del 58,2% a 118,3 milioni di euro, rispetto a 283 milioni nell'analogo periodo dell'anno prima. Un risultato che riflette le difficoltà che hanno colpito in Francia e all'internazionale i gruppi della grande distribuzione e soprattutto del lusso. Difficoltà che, secondo il presidente Serge Weinberg, dovrebbero essere ormai alle spalle, tenuto conto del fatto che Ppr si sta gradualmente ricentrando sui business più redditizi e che ha ormai quasi del tutto ceduto i settori non strategici ad eccezione di Rexel (leader mondiale della distribuzione di materiale elettrico) che è peraltro in vendita.
Serge Weinberg guarda dunque in avanti con fiducia, anche se Ppr deve risolvere ancora dei problemi. Ad esempio quelli che riguardano l'acquisizione del 100% di Gucci (oggi la partecipazione detenuta del 67,1%), prevista per la prossima primavera, e il rinnovo dei contratti di Domenico De Sole e di Tom Ford che sono in fase di negoziazione. Appuntamenti delicati, sia dal punto di vista finanziario, sia gestionale-strategico. Gucci sembra comunque avere brillantemente superato il rallentamento dei primi mesi dell'esercizio (la redditività della divisione Gucci è stata del 27%) e continua il suo sviluppo all'internazionale con investimenti per 450 milioni di euro nel periodo 2004-06. Mentre Yves Saint Laurent dovrebbe tornare all'equilibrio nel 2005 e le sue perdite sono calate nel semestre da 42,7 a 35,1 milioni di euro. Weinberg ha inoltre smentito che il controllo di Gucci possa passare da Ppr ad Artemis, holding della famiglia Pinault.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 6/09/03 a cura di Pambianconews