Tempo di #'migrazioni'' nella moda uomo: i gusti dei consumatori stanno virando nettamente verso lo sportswear, a scapito della produzione di abbigliamento formale maschile, per la quale si attende un'ulteriore flessione per l'anno in corso, dopo un 2002 critico. Lo rivela un rapporto della società di ricerche Databank, che ha voluto sondare il mercato e la competizione nel settore dell'abbigliamento classico per uomo, rappresentato in Italia da 450 aziende che occupano 20 mila addetti. I numeri che emergono dallo studio di Databank mostrano un valore della produzione per il comparto in discesa del 4,5% nel 2002: a quota 3,4 miliardi di euro (a prezzi di fabbrica), si tratta del record negativo negli ultimi cinque anni. La diminuzione ha interessato soprattutto la parte medio-bassa del mercato (-7,1%), mentre le fasce lusso e fine ne sono state colpite in misura inferiore (rispettivamente �1,6 e �2,7%), tendenza che secondo Databank è destinata a manifestarsi anche nel breve-medio periodo.
Lo scorso anno l'unico segmento in crescita nel menswear classico è risultato quello della camiceria (+1,1%), riscoperta dalla moda dopo anni di oscuramento. In calo soprattutto la maglieria (-6,5%), seguita da pantaloni (-6,1%) e capispalla (-4,1%).
Quanto all'interscambio, le esportazioni hanno subito una contrazione del 10,2% a 55,1 milioni di euro (la quota sulla produzione totale è passata dal 58,6% del 2001 al 55%), contro una riduzione delle importazioni del 2,3% a 57,3 milioni di euro.
In fatto di previsioni, il 2003 dell'abbigliamento formale per uomo ventilato dai ricercatori non sembra affatto roseo: la progressiva #'sportivizzazione'' e #'femminilizzazione'' delle tendenze moda di quest'anno potrebbe provocare un calo della produzione in valore dell'8%. Nel medio periodo il trend è atteso invece in lieve ripresa.
Estratto da Fashionmagazine.it del 24/07/03 a cura di Pambianconews