Renato Preti è managing partner di Opera, il fondo di private equity che ha promosso con Bulgari, e ha alle spalle una lunga esperienza di merchant banker. Appassionato di made in Italy (settore su cui investe Opera), da tempo mette in guardia sui pericoli a cui le società italiane stanno andando incontro. «Certo, premette, predicare è facile; più difficile è fare…».
Di che male soffrono le aziende del made in Italy?
«Sono troppo piccole e per questo non riescono a dotarsi di strumenti essenziali per rafforzare la crescita».
Quali?
«Intanto il retail, che è uno dei grandi punti di debolezza italiani. E, poi, bisogna decidersi a trasformare il made in Italy in #'design in Italy'', dove per design non intendo la creatività di un singolo signore ma sviluppare la ricerca. Solo così sarà possibile affrontare la complessità del mercato e andare incontro al “nuovo lusso” che essendo basato sul piacere e sul divertimento – non più sull'ostentazione – è più democratico. E, dunque, richiede efficienza».
Sta dicendo che bisogna pensare in Italia ma produrre all'estero. Cioè, che si deve delocalizzare…
«Sì, ma per delocalizzare bisogna avere dimensioni importanti. Solo chi è forte sul brand e sul retail può abdicare a una fase della produzione che è valore aggiunto. Altrimenti, non si può difendere dalle produzioni dei Paesi a basso costo».
C'è ancora spazio per la grande moda?
«La grande moda è essenziale quando ridiventa cultura e innovazione, quando anticipa le tendenze anziché seguirle. Ci sono marchi che sono portatori di forte identità e innovazione, mentre ce ne sono altri che ripetono sempre la stessa icona. Credo che ci sia stata l'illusione che un grande successo abbia creato un mito o un brand indistruttibile, mentre invece è solo un marchio di moda. L'indistruttibilità e il prestigio si creano generazione su generazione. Pensiamo a Louis Vuitton che, con la reinterpretazione del marchio affidata a Murakami, ha saputo fare una grande rivoluzione ed è restato all'avanguardia».
Estratto da CorrierEconomia del 14/07/03 a cura di Pambianconews