Le politiche di prezzo sono sempre state importanti, ma con la congiuntura economica attuale sono diventate uno degli elementi principali nelle riorganizzazioni delle strategie delle aziende. «Non c'è dubbio, dice Mario Boselli, presidente della Camera nazionale della moda, che oggi il prezzo sia un nodo centrale per tutto il sistema. Con una condizione di base: il prodotto deve essere di qualità, altrimenti si può praticare lo sconto che si vuole ma non si vende niente. Sulla nostra collezione, per esempio, stiamo praticando un ribasso del 40% alle boutique, reso possibile da un'attenta politica dei costi: in due settimane abbiamo venduto più che negli ultimi due anni».
Anche Enrico Ceccato, amministratore delegato di Sector, è profondamente convinto dell'importanza del prezzo e per gli orologi delle griffe che la sua società produce in licenza, ritiene che il livello massimo giusto per un prodotto a forte contenuto moda sia attorno ai 500-600 euro. E su queste fasce sarà il negozio del gruppo, il primo della serie, che sarà aperto a Brescia a fine novembre.
Un buon esempio «riassuntivo» di quanto sta accadendo sul mercato viene da Stonefly, azienda di calzature veneta. La strategia appena varata e con la quale punta a superare i 100 milioni di euro di fatturato nel 2003 (nel 2001 sono stati 74, nel 1997 erano 24) si fonda su tre pilastri: prezzi, negozi multimarca, concentrazione sui marchi e sui mercati principali. Elementi, questi tre, the sono comuni alla stragrande maggioranza delle società.