Spunta la Lafico per riannodare il rilancio della Finpart, il gruppo tessile quotato in borsa e più noto coi marchi Frette, Moncler, Pepper, Cerruti. Nelle prossime ore, con la regia del banchiere d'affari Aldo Livolsi dovrebbe essere firmato l'accordo per l'ingresso della Lybian arab foreign investment company, la finanziaria di Muammar Gheddafi, nel capitale della holding che ha in Gianluigi Facchini il punto di riferimento azionario (29%) e manageriale. E l'arrivo dei libici prelude a un'operazione di più ampio respiro che potrebbe coinvolgere anche la Olcese, un altro gruppo quotato in piazza Affari, attivo nella produzione e commercializzazione di filati e del quale la Lafico possiede il 26,3%.
La Lafico, secondo il piano allo studio, dovrebbe sottoscrivere parte di un aumento di capitale già deciso dell'ordine complessivo di 70 milioni di euro. Le nuove azioni dovrebbero essere emesse a un prezzo di circa 1 euro. Ieri le Finpart hanno segnato un prezzo di riferimento di 0,767 euro, in crescita dello 0,4% rispetto al giorno prima. La finanziaria libica dovrebbe detenere attorno al 15-20% massimo e il suo sarebbe un investimento finanziario come quello di un altro socio che potrebbe fare l'ingresso nel capitale, un finanziere svizzero con una piccola quota. Il timone della Finpart resterà a Facchini che si sta adoperando per promuovere la ripresa del gruppo e migliorare l'equilibrio finanziario condizionato da un indebitamento di circa 500 milioni di euro contratto per sostenere lo sviluppo.
Il piano allo studio, se dovesse concretizzarsi, potrebbe creare un mega-polo del tessile ben integrato da monte a valle. La Lafico è entrata nella Olcese, la società rimessa in sesto dallo specialista delle ristrutturazioni aziendali che è Gaetano Miccichè, manager che grazie anche a questo successo, Corrado Passera ha chiamato nella prima fila operativa di IntesaBci, la prima banca italiana. Oggi dopo la cura di Miccichè, Olcese è un gioiello di azienda nella quale hanno investito i libici a caccia di grosse occasioni.