Burberry, il marchio sbarcato in borsa lo scorso 12 luglio ha chiuso il primo trimestre dell'esercizio 2002/03 con un turnover in crescita del 12% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Sulla performance, che la società ha comunicato esclusivamente in termini percentuali, hanno pesato leggermente le fluttuazioni del mercato dei cambi, senza le quali l'espansione dei ricavi avrebbe raggiunto il 13%. Questi numeri risentono tuttavia dell'acquisizione effettuata nel mercato asiatico lo scorso mese di gennaio.
A parità di perimetro di consolidamento e a tassi di cambio costanti l'aumento del fatturato si è limitato infatti al 5% rispetto al primo semestre del 2001. Alla fine dell'esercizio 2001/02, il turnover della società controllata dal colosso british Gus plc aveva raggiunto quota 499 milioni di sterline (circa 790 milioni di euro) mettendo a segno un balzo del 18% rispetto ai 425 milioni dell'esercizio precedente. Il bilancio annuale aveva evidenziato anche una bottom line ante-imposte in ascesa del 30% a 90,3 milioni di sterline.
Tornando al primo trimestre dell'esercizio in corso, le vendite al dettaglio hanno messo a segno un'espansione del 20% grazie all'apertura di nuovi negozi, mentre il business derivante dalle licenze è aumentato del 13% riflettendo la forte crescita delle royalty nel mercato giapponese. Alla borsa di Londra (Ftse 100 a -2,10%) queste cifre non sono state tuttavia in grado di fare da scudo ai sentiment decisamente negativi scoppiati in tutti i mercati. Le azioni di Burberry sono scivolate infatti a quota 217,5 pence perdendo il 2,99%.