Pinault Printemps Redoute (Ppr), azionista di maggioranza di Gucci, conferma la volontà di tenere fede agli impegni e di rilevare nel 2004 la restante quota (47%) del gruppo fiorentino al prezzo di 101,5 dollari per azione, ben al di sopra degli 88,5 dollari a cui è stato scambiato il titolo venerdì scorso a New York.
«Non ci sono dubbi sul fatto che onoreremo i nostri impegni», ha sottolineato ieri Serge Weinberg, presidente e amministratore delegato di Ppr. In base agli accordi che nel 2001 hanno messo fine alla disputa con Lvmh sul controllo della maison guidata da Domenico De Sole, Ppr si è impegnata ad acquistare il restante 47% di Gucci nel marzo del 2004, a 101,5 dollari per azione appunto, qualora il titolo non abbia già superato quel valore. Ipotesi, a questo punto, non facile da prevedere.
Intanto Gucci, che è il terzo gruppo al mondo nel lusso, conferma le somme sugli utili di fine anno, nonostante le difficoltà del settore, fortemente penalizzato dagli attentati dello scorso 11 settembre e dal calo dei consumi soprattutto negli Stati Uniti.
Nel prime trimestre, i ricavi sono stati pari a 607,6 milioni di euro contro i 616,7 dell'anno precedente, l’utile operative è passato da 78,8 a 51,1 milioni e il risultato netto per azione da 0,61 a 0,35 euro.