A tre settimane dall'ingresso in Valentino, Marzotto ha voluto gettare le basi della propria strategia incontrando la stampa specializzata come se si volesse ufficializzare una linea di partenza. Da qui ciò che Antonio Favrin Presidente, Michele Norsa Amministratore Delegato e Fabio Giombini Direttore Generale della Maison romana hanno detto non è andato molto più in là di quanto già si sapesse, ma lo faranno nel prossimo mese di settembre quando sarà presentato un piano analitico dettagliato.
Per ora ci si è limitati a ribadire la volontà di mantenere Valentino in quella ristretta cerchia a cui appartiene il gotha della moda, di aumentare gli investimenti nel comparto comunicazione, di voler giungere al rinnovo del contratto, che scadrà tra nove mesi, con lo stesso Valentino Garavani, di perseguire la felice strategia intrapresa nel progetto accessori, che oggi rappresentano il 20% del fatturato con obiettivi al 30%, d'implementare la rete distributiva e di rivisitare la concessione delle licenze. Proprio quest'ultime hanno infatti già portato due novità sostanziali.
La prima è la risoluzione del rapporto con la Hemmond di Perugia per la linea jeans, la seconda è la stipulazione di un contratto con la Albisetti di Como per le linee intimo e beachwear, riaffacciandosi così su quei mercati, con la PE 2003, dopo due anni di assenza, mirando a generare nell'immediato triennio un fatturato di 40 milioni di euro. Altre iniziative, come di cui sopra, riguardano l'apertura di nuovi punti vendita, il primo, nel prossimo novembre, avverrà a Las Vegas poi, nel 2003, anche in Europa, 2 o 3 e con un occhio di riguardo alla Spagna, in Asia, altrettanti e forse a Singapore e un altro negli Stati Uniti. Ma ciò che più preme è lo sbarco in terra russa e cinese, magari attraverso la scelta di una rete in franchising.
Detto questo in casa Marzotto si provvederà alla dismissione di attività non strategiche per il gruppo pari ad un valore simile a quello esposto per l'acquisizione di Valentino (240 milioni di euro) evitando così di pregiudicare l'assetto dell'intera holding (aumenti di capitale o modifiche alla politica dei dividendi). Da qui, e incoraggiati dai primi dati di vendita diretta (a parità di perimetro), +23% al 31 maggio, la casa romana dovrebbe chiudere il 2002 con un fatturato a +5% su quanto maturato nel 2001, e in ottemperanza alle previsioni, giungere al punto di pareggio nel 2004.