Il gruppo Coin patisce oltremodo l'esperienza tedesca con l'acquisizione di Kaufhalle ma rilancia sulla partita della internazionalizzazione. Il messaggio arriva dal cda ad una assemblea che ha approvato a larghissima maggioranza il bilancio 2001 ma ha anche evidenziato, in una schermaglia verbale che a tratti ha assunto anche toni accesi, il malessere derivante dal persistere della conflittualità fra i fratelli Vittorio e Piergiorgio Coin. I conti del gruppo sono noti: Coin ha chiuso il 2001 con ricavi netti in crescita del 5% a 1.224,4 milioni di euro, un mol che aumenta del 53% a 86,9 milioni di euro ma un risultato netto in perdita per 11,3 milioni.
Nel primo trimestre del 2002, secondo quanto anticipato dall'ad Paolo Ricotti, le insegne storiche hanno incrementato le vendite in Italia del 3%, ma quelle in Germania continuano a risentire del trend negativo di un mercato in calo ancora dell'8 per cento. Proprio su Oviesse Germania si sono concentrate le critiche di alcuni soci in assemblea. Critiche sulla scelta strategica di affrontare un mercato particolarmente difficile dove altri importanti rivali avevano fallito, ma anche sulle modalità e le prospettive future.
Dopo quasi sette ore di teso dibattito il bilancio è stato approvato con il 99,81% e con la stessa percentuale è stata respinta la proposta di avvio di un'azione di responsabilità civile a carico degli amministratori per negligenze e violazione dell'informativa ai soci. In assemblea Ricotti ha anche smentito ipotesi di cessione del segmento a marchio Coin: valutiamo, ha detto, ogni opportunità di mercato. Ma la vendita del ramo Coin sarebbe solo una delle ipotesi teoriche contenute in uno studio sulla ristrutturazione del gruppo.