L’ultimatum di Marzotto è stato respinto senza l’ombra di un ripensamento perché l’offerta è stata ritenuta del tutto inadeguata. Il dossier Frey è invece considerato con grande attenzione. Tanto che l’operazione potrebbe essere ufficializzata già nei prossimi giorni. Sempre che all’ultimo momento, nel braccio di ferro in atto per mettere le mani sulla Valentino, non la spunti il duo Stroll-Chou. La corsa verso la conquista della maison di proprietà di Hdp è ormai un testa a testa tra il gruppo francese Frey e il tandem sino-americano composto da Silas Chou e Lawrence Stroll, proprietari del marchio Tommy Hilfiger, la catena Usa di abbigliamento casual. Secondo quanto risulta a Milano Finanza, la Marzotto è invece uscita dai giochi. La società di Valdagno ha messo sul piatto un’offerta troppo bassa e da via Turati hanno risposto no. In queste ore Maurizio Romiti (a.d. di Hdp) e soci stanno valutando gli ultimi due dossier rimasti in gara. E quello presentato da Jean Jacques Frey è più pesante.
Se l’arbitro del braccio di ferro fosse lo stesso Valentino Garavani la scelta cadrebbe proprio su Stroll e Chou. Lo stilista, presente nel patto di sindacato di Hdp con l’1,18% in mano alla Valint, preferisce che la maison resti in mani italiane. Ora comunque, tra i due concorrenti rimasti in gara, non fa mistero di fare il tifo per il marchio Usa. Un gruppo come Frey, che ha come punto di forza la catena commerciale specializzata nei prodotti per la caccia e la pesca, non è considerato il partner ideale.
Il piano della holding per dismettere il settore moda e abbigliamento si sta dunque per concretizzare. Se la cessione di Valentino è agli sgoccioli, anche la vendita della Fila è in dirittura d’arrivo. Manca pochissimo alla definizione dell’accordo con il fondo statunitense Continental partners. Venerdì 8 febbraio, tra l’altro, la società biellese ha comunicato le dimissioni dell’a.d. Michele Scannavini. Al suo posto subentra l’ex direttore generale Marco Isaia.