Pierre Bergé, il discusso socio-partner di Yves Saint Laurent, ha deciso di buttarsi nel business delle case d'aste. Dopo aver ceduto la maison a Gucci group e una volta smantellata anche la haute couture (unico scampolo rimasto nelle mani dell'ex ragazzo di Orano), l'uomo d'affari francese ha fatto sapere in un comunicato che non rileverà l'H�tel Drouot, un insieme di 16 sale nel cuore di Parigi dove sono organizzate quotidianamente vendite all'incanto di oggetti d'arte, perché il prezzo chiesto non è ritenuto «realistico» da Bergé, che rifiuta di lasciarsi «trascinare in un rilancio».
«Fedele a una logica imprenditoriale che ha sempre guidato la mia azione», ha detto Bergé in una nota, «ho deciso di creare la mia maison de vente intorno a un certo numero di banditori ed esperti». Decisione che va a complicare ulteriormente lo scenario delle vendite all'incanto in Francia, dopo la caduta del monopolio di Drouot a seguito dell'entrata in vigore della legge 10 luglio 2000 che ha aperto le porte del mercato francese a giganti come Christie's e Sotheby's.
I 110 banditori esistenti non possono far fronte a questi colossi, quindi ecco la necessità di un raggruppamento, voluto tanto da Bergé che dal progetto di Barclays private equity France, filiale della banca d'investimento britannica.