Miroglio archivia il 2001 con ricavi in crescita del 7,2% a 824 milioni di euro, con una previsione di ulteriore incremento dell'8% per quest'anno. E per la prima volta nella storia del gruppo di Alba è l'abbigliamento donna raggruppato sotto l'ombrello della Vestebene a far la parte del leone, anche se per una manciata di euro: la divisione confezioni, infatti, ha chiuso l'anno con un incremento del fatturato del 13,6% a 425 milioni di euro, rispetto ai 421 milioni totalizzati dalla divisione tessuti e da quella filati (+3,7%). Sempre nel 2001 l'utile netto del gruppo ha registrato una lieve riduzione a 63 milioni di euro (-1,5%), con un'incidenza delle imposte salita a 17 milioni di euro (rispetto ai precedenti 8 milioni), mentre nel budget 2002 viene stimato un aumento dei profitti netti del 5-6 per cento.
«l negozi, aggiunge l'amministratore delegato Edoardo Miroglio, rappresentano una vera e propria catena di crescita. E proprio sulla distribuzione sarà concentrata gran parte dei 95 milioni di curo di investimenti pianificati per quest'anno, in linea con la cifra del 2001». Più in dettaglio, oggi i punti vendita sono 400, di cui circa la metà controllati direttamente dal gruppo piemontese. E per quest'anno ne saranno aperti altri 100 -120, mantenendo la proprietà del 50% circa. Lo sviluppo sarà concentrato sui marchi Motivi (+26% a 68 milioni di curo nel 2001), Mirò ed Elena Mirò (in totale, +38,4% a 86 milioni di euro) e Oltre (balzata da 4 a 12,4 milioni di euro nell'ultimo anno).
Invece per Caractère (42 milioni di euro, in aumento del 19,5%) «siamo ancora alla ricerca della radice � ammette Edoardo Miroglio per capire se il brand è in grado di reggere il monomarca: dopo Milano, i test di Torino e Trieste hanno avuto un riscontro di medio livello. Comunque quest'anno apriremo a Brescia e in un'altra città italiana, oltre a un franchising a Mosca».
sintesi dell'articolo di Paola Bottelli a curta di Pambianconews