Il sistema tessile aspetta la ripresa, annunciata per il secondo semestre dell'anno, e intanto si rassegna a vivere mesi difficili. è così ovunque e l'indagine congiunturale presentata ieri all'Unione industriali di Biella conferma la tendenza nazionale.
Nel distretto laniero, dove si concentra anche un polo delle macchine tessili, le imprese sono un po' meno pessimiste di tre mesi fa, anche se le previsioni negative continuano a dominare la scena. «I due trimestri a cavallo tra il 2001 e il 2002, dice Ermanno Rondi, presidente dell'Uib, rappresentano il punto minimo di questo ciclo congiunturale sfavorevole. Le fiere tessili autunnali avevano fatto registrare cali di visitatori, preludio di un periodo fiacco per gli ordini, puntualmente verificatosi. Ora stanno partendo le fiere primaverili e i segnali sono ancora troppo deboli per ricavarne indicazioni utili».
«L'evoluzione degli ordini � commenta Rondi � seppure in recupero rispetto a ottobre, denota ancora una dinamica negativa. L'andamento significativamente in ripresa degli ordini dall'estero, pur in un quadro ancora difficile, è la nota più positiva che emerge da questa indagine». Il problema è che quasi metà delle aziende (il 45,8%) ha in carnet ordini sufficienti per meno di un mese. Altrettante hanno davanti un orizzonte di meno di tre mesi, mentre solo il 9,2% delle imprese va oltre il trimestre. Per di più, il distretto soffre i ritardi nei pagamenti, segnalati da un imprenditore su tre. In attesa di un mercato più vivace, la situazione resta difficile: il 32,8% delle aziende prevede di ricorrere alla cassa integrazione, mentre nella seconda metà dell'anno scorso non si è andati oltre il 23 per cento.