La frenata del mercato non rallenta la concentrazione nella moda. L'anno scorso le operazioni di fusione e acquisizione sono state 155, appena tre in meno del 2000, che pure era stato un anno di crescita eccezionale, all'insegna dell'ottimismo degli operatori. L'Italia continua a recitare un ruolo di primo piano, anzi guadagna spazio sulla scena internazionale. Quasi un'operazione su due ha coinvolto una società italiana e solo in sette casi le aziende della Penisola sono finite in mani straniere. Al contrario, gli italiani sono andati ben 19 volte a comprare all'estero mentre 49 volte hanno portato a termine la loro acquisizione all'interno dei confini nazionali. Le altre 80 operazioni si sono svolte all'estero.
Nel bilancio delle operazioni stilato da Pambianco M&A il made in Italy si rafforza in un anno vissuto male dalla moda e dominato dalle piccole operazioni.
I numeri dimostrano che le aziende italiane hanno scelto la strada del rafforzamento: nel #99 erano condotte dalla Penisola più di 38 operazioni su cento, nel 2000 la quota è salita al 44,3% e il dato è stato confermato l'anno scorso (44%). «Quest'anno � spiega Carlo Pambianco le acquisizioni saranno altrettanto intense. Per molti c'è la necessità di acquisire aziende produttive da utilizzare per i propri marchi. Più in generale, ci sono molte imprese a metà del guado che vedono avanzare i grandi davanti a loro: devono scegliere se comprare e ingrandirsi o vendere».
L'Italia rimane una terra di conquista difficile per gli stranieri. «E più facile per un italiano comprare all'estero che il contrario. Gli stranieri hanno paura di comprare perché si trovano di fronte ad aziende familiari, non sono abituati a gestire aziende piccole, senza una struttura manageriale. Così si spiegano anche molti insuccessi».
sintesi dell'articolo di Alessandro Balistri a cura di Pambianconews