Per la holding familiare che controlla la Ermenegildo Zegna il dilemma si riduce a due alternative: crescere rapidamente o crescere vorticosamente. Da un lato, difatti, i giovani che tengono saldamente il timone (i cugini Gildo e Paolo Zegna, e la sorella di Gildo, Anna) non hanno intenzione di cedere un millimetro di stoffa sotto il profilo della qualità totale. Dall'altro si trovano a gestire un'impresa che ha mollato gli ormeggi, s'è lasciata inesorabilmente alle spalle le dimensioni dell'azienda di famiglia e presto o tardi dovrà affrontare l'appuntamento con i mercati azionari internazionali.
Una ricetta unica, più che originale, che dovrà necessariamente subire alcuni aggiustamenti, ma non necessariamente dei tradimenti, per camminare al passo con i tempi e con i propri successi. I più recenti dati economici sono infatti eccellenti. L'utile netto nel bilancio d'esercizio 2000 ha sfiorato i 51 milioni di euro, il fatturato ha toccato i 648 milioni di euro. Mentre nel biennio 1999-2000 si sono compiuti investimenti per 103 milioni di euro, il patrimonio netto (ora valutato in 291 milioni di euro) è quasi triplicato in cinque anni. I negozi a firma esclusiva Zegna hanno raggiunto la soglia dei 380 punti vendita, mentre quelli direttamente controllati dalla holding di famiglia sono passati da 64 a 73.
L'appuntamento non più procastinabile con la Borsa, la sempre crescente moltiplicazione della produzione che non deve mai tradursi nelle intenzioni dei proprietari in una massificazione e l'intenso tasso di crescita complessiva
stanno però per portare al pettine alcuni interrogativi.
sintesi dell'articolo di Carla Santomaso a cura di Pambianconews