Un pool di sei-sette primarie banche internazionali, tra cui IntesaBci, è stato allertato per sottoscrivere a fermo un prestito obbligazionario convertibile da 700 milioni di euro del gruppo Prada in fase di definizione. L'operazione, viene curata in prima battuta da Deutsche bank (Db) affiancata da IntesaBci e Credit Suisse First Boston (Csfb) ed è funzionale al rifinanziamento a medio termine del debito complessivo dell'ordine di 1,21 miliardi di euro.
L'eurobond avrà durata di 3,5-4 anni e un tasso compreso tra 1,5-2%. Il prestito obbligazionario può essere convertito in titoli Prada in occasione dell'ipo della griffe di proprietà di Patrizio Bertelli e di Miuccia Prada. L'eurobond non andrà sul mercato, almeno subito ma sarà assunto a fermo dalle banche. Innanzitutto Deutsche bank, IntesaBci e Csfb che assistono da mesi uno dei marchi più prestigiosi della moda mondiale e che una decina di giorni dopo il crollo delle Torri gemelle americane ha dovuto accantonare il progetto di quotazione in borsa da cui si attendeva un'iniezione di liquidità di 3.750-4.500 miliardi di lire.
Sul tavolo di Bertelli c'erano altre alternative come l'ingresso di un socio o la dismissione di uno dei marchi appena acquisiti. Quest'ultima ipotesi andava scartata perché avrebbe depauperato il marchio ceduto e soprattutto quello di Prada. L'arrivo di un socio avrebbe comportato per Bertelli e Miuccia Prada la perdita o quanto meno il ridimensionamento dell'autonomia in casa propria.
Sintesi dell’articolo di Rosario Dimito a cura di Pambianconews