Patrizio Bertelli ha presentato ai soci azionisti il bilancio 2000 della maison Jil Sander sotto la gestione Prada. Dal punto di vista economico Jil Sander rappresenta per Prada il 10% di fatturato. Dall'Italia sono stati investiti circa 100 miliardi per risollevare le sorti dell'azienda tedesca. Tra gli obiettivi raggiunti fin'ora ci sono quelli del riacquisito controllo di molti rapporti di franchising. In forse ad oggi ci sono le sorti di tre negozi americani a San Francisco, Chicago e Costa Mesa. Quest'ultimo chiuderà sicuramente, e Jil Sander sbarcherà entro l'anno prossimo a New York e a Londra, dove sono stati affittati grandi spazi in posizioni strategiche e dove sono in corso ristrutturazioni milionarie.
Per quanto riguarda le licenze produttive L'unica rimasta è quella con Lancaster per i profumi. Tutto il resto è tornato alla proprietà.
Naturalmente l'operazione di rilancio del marchio ha provocato dei costi che però, garantisce Bertelli, verranno recuperati negli anni a venire. L'utile netto del 2000 rispetto al '96 è quasi dimezzato, passando dal 6,4% del fatturato al 3,6%. Il fatturato, invece è cresciuto dagli 88,3 milioni di euro del 1996 a 134,8 milioni di euro nel 2000. Paragonando il primo semestre dell'anno scorso con il primo di quest'anno si nota un leggero aumento del fatturato (+0,1% donna e +31,7% uomo e bambino), ma un crollo dell'Ebit del 98,5%.
I mercati migliori per Jil Sander sono quelli tedeschi e americani e anche il Giappone sta andando bene In Italia l'azienda è presente a Milano con un gigantesco spazio di 1800 mq in Piazza Castello.
sintesi dell'articolo di Renata Fontanelli a cura di Pambianconews