La direzione di marcia del gruppo Marzotto per il 2001 e il 2002 è stata già indicata. Si basa da una parte sul completamento del piano di delocalizzazione dei filati e dei tessuti che a fine anno saranno prodotti per il 30-35% all'estero in paesi come Slovacchia e Lituania dove il costo del lavoro oscilla fra un sesto e un settimo di quello italiano.
Mentre dall'altra il gruppo preme sull'accelleratore dello sviluppo nel settore dell'abbigliamento puntando sui marchi più forti dalla controllata Hugo Boss, quotata alla Borsa di Francoforte e Marlboro Classics, la griffe più aggressiva della scuderia Marzotto al centro di una vivace campagna per l'apertura di nuovi negozi.
L'andamento della Marzotto nel primo semestre 2001 è la fotografia di un gruppo che oltre a crescere è in rapido cambiamento. Lo conferma l'aumento del fatturato da 754,2 a 863,2 milioni di euro, il 14,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2000.
Il giro d'affari nei primi sei mesi del 2001 di Marlboro Classics è aumentato del 22% con un robusto incremento dei margini. Una crescita trainata dall'apertura di 19 negozi e di 46 corner monomarca dislocati all'interno della grande distribuzione.
Marlboro Classics è infatti uno degli investimenti strategici decisi dal gruppo. Ecco perchè anche nel secondo semestre 2001 saranno inaugurasti altri 60 punti vendita monomarca in buona parte dedicati al brand.
Lo stesso discorso vale per Hugo Boss che ha sacrificato parte dei suoi margini per l'ingresso nel settore della moda femminile.
All'orizzonte della Marzotto ci sono delle scadenze ineludibili disseminate tra il 2003 e il 2005 e che si sintetizzano in un nome: Ferrè. Infatti il gruppo perderà le licenze di produzione per conto dello stilista Gianfranco Ferrè e questa perdita rende molto probabile una futura acquisizione di un certo peso. Quanto ai settori dove lo shopping è più probabile sono la donna e lo sportswear.