White risponde a Super, il nuovo progetto di Pitti Immagine e Fiera Milano. E si accende la contrapposizione tra i diversi assi che convergono su Milano. Se il nuovo salone nei giorni scorsi aveva ribadito l’asse Firenze-Milano, la manifestazione che fa capo a Massimiliano Bizzi ha rilanciato con il rafforzamento di quello tra Roma e Milano. Legame peraltro già presente da alcune stagioni attraverso progetti di collaborazione con AltaRoma con il progetto A.I. Fair e successivamente A.I. Remove destinato a promuovere l’eccellenza artigianale italiana. E punta da una parte sul supporto ai giovani e dall’altra sull’introduzione di una nuova sezione, Suite dedicata a 60 marchi new classic. Progetto, questo, anticipato nei mesi scorsi ma su cui era sceso un velo di silenzio ma che punta a ravvivare il risiko dei saloni milanesi dedicati alla moda femminile di cui è in uscita settimana prossima l’approfondimento su Pambianco Magazine.
All’edizione di White alle porte (si aprirà il prossimo 23 febbraio fino a domenica 25), saranno 417, in crescita del 20% circa rispetto all’edizione di un anno fa e con una crescita del numero delle aziende italiane presenti. Al Superstudio Più sarà presente il womenswear di ricerca con il brand nipponico Zucca come special guest. L’area dell’ex Ansaldo sarà dedicata alle collezioni sportswear e alla sezione Inside White dedicata ai nuovi talenti mentre Nike sarà l’ospite d’onore. L’hotel Nhow ospiterà la sessantina di marchi del nuovo progetto Suite. Presentati in un primo momento come marchi premium, in realtà rappresentano quella fascia di brand orientati al segmento classico al momento assente nel bouquet di prodotti esposti da White. Il rafforzamento della collaborazione tra la capitale e Milano sarà poi visibile nel Superstudio Più dove saranno presenti 15 protagonisti del fatto a mano in Italia mentre domenica nella nuova struttura ProgettoCalabianaMilano, di proprietà di Bizzi e Marina Salamon, si accenderanno i riflettori su “Be Blue Be Balestra“, l’omaggio a Renato Balestra andato in scena a fine gennaio a Roma e che viene ora riproposto a Milano in versione ampliata, grazie al contributo di una ventina di giovani designer.