Se a unire le forze sono Miuccia Prada, Damien Hirst e Sheikha Al Mayassa bint Hamad Al-Thani – rispettivamente la signora della moda, l’artista inglese più acclamato e pagato del momento e la figlia dell’uscente emiro del Qatar e definita da molti “la donna più potente del mondo – il risultato non può che essere del tutto inaspettato e fuori dall’ordinario. Così è stato, in effetti, per la due giorni di installazione nel deserto qatariota, il 9 e 10 ottobre, intitolato ‘Prada Oasis and Damien Hirst’s Pharmacy Juice Bar’. L’opera si è sviluppata su due livelli: da un lato, l’artista famoso per gli animali in formaldeide ha reinterpretato tra le dune il suo leggendario Pharmacy restaurant, locale concepito a Londra nel 1998. Dall’altro, Prada ha allestito la perfetta replica di uno dei suoi negozi all’interno di una tradizionale bayat shaar, la tipica tenda in lana di pecora, al cui interno sono state esposto le borse ‘Entomology’ in edizione limitata disegnate da Prada e Hirst e ispirate alle metamorfosi kafkiane. Non è la prima volta che Prada si dedica a iniziative non convenzionali simili: dal 2005 nel bel mezzo del deserto del Texas, nelle vicinanze della cittadina di Marfa, è stata costruita ‘Prada Marfa’, l’installazione permanente a firma degli artisti Elmgreen e Dragset che riproduce una boutique del marchio ed è diventata una meta del turismo alternativo.
La liason tra la Fondazione Prada e la Qatar museum authority, presieduta proprio dalla sceicca, è stata però suggellata anche da un altro progetto. Si tratta di Curate award, un concorso internazionale dedicato alla curatela e teso a individuare nuovi talenti in campo curatoriale e, in generale, artistico. Le iscrizioni sono aperte fino al 31 dicembre prossimo e le proposte verranno valutate, oltre che da Al-Thani e da Prada, anche da varie personalità tra cui l’archiatra Koolhaas, l’attrice e scenografa Labaki, l’atleta El Moutawakel e il condirettore della Serpentine Gallery di Londra Obrist. Il vincitore, scelto tra i 20 finalisti, sarà proclamato a fine primavera 2014 e in premio potrà realizzare la sua opera sia in Qatar che in Fondazione Prada, a Venezia o a Milano, quando sarà pronta o anche altrove perché, come ha spiegato il project director della Fondazione Prada Astrid Welter, “Miuccia Prada è stata categorica in merito: se l’opera per essere ben rappresentata dovrà essere messa in scena in Islanda, ebbene, si andrà in Islanda”.