Primi passi di intesa dopo la riunione di lunedì convocata al Ministero dello sviluppo economico per fare il punto sulla crisi di Natuzzi. Come anticipato da Pambianconews nell’intervista esclusiva a Pasquale Natuzzi, il punto focale delle discussioni è stato il costo del lavoro che, secondo l’azienda, ammonta a 92 centesimi al minuto, una “cifra proibitiva da dimezzare a 50 centesimi”. Attorno al tavolo al quale erano seduti i sindaci di Santeramo, Matera e Ginosa insieme ai sindacati, all’azienda e ai presidenti di Regione, pare siano stati fatti passi avanti, nonostante, ha dichiarato a Repubblica dal segretario pugliese della Feneal Uil Salvatore Bevilacqua, “la vertenza non sia stata del tutto risolutiva”.
Prima di tutto, è stato fissato un altro pacchetto di incontri, sempre sotto la guida del viceministro Claudio de Vincenti: il 22 luglio si parlerà di organizzazione del lavoro, il 25 di marketing e investimenti, il 26 di costo del lavoro. E poi, sempre secondo Bevilacqua, “l’azienda ha portato all’incontro delle carte più leggibili”, anche se ancora si aspetta da parte dei vertici, sollecitati dallo stesso de Vincenti, un piano industriale più dettagliato, insomma cifre e indicazioni non generiche in grado di far fare un reale passo in avanti alle trattative.
Perchè, come ha spiegato al termine della riunione Silvano Penna, Fillea Cgil, “è indispensabile conoscere le dinamiche produttive e il costo del lavoro nel dettaglio: quanto è rappresentato dai salari, quanto dall’Imu, quanto dall’onere dello stabilimento”. Penna, comunque, si dichiara “soddisfatto del percorso che può mettere nelle condizioni di risolvere la vertenza, il cuore della quale resta il numero degli esuberi fissato dall’azienda”. Sul piatto, infatti, rimane la mobilità, per ora congelata di un mese, di 1.700 dipendenti sui 4.500 che il gruppo coinvolge compreso l’indotto. Sempre nel corso dell’intervista a Pambianconews, il patron dell’azienda di divani dichiarava di “essere in grado di dare lavoro solo a 2.800 persone”.
Intanto, all’indomani dell’incontro tecnico svoltosi a Roma è stata organizzata dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori di Natuzzi un’assemblea per fare il punto della situazione. “E’ stato un confronto serio con la Natuzzi, con dati ancora parziali ma finalmente nel merito”, chiosa Antonio Miccoli, segretario della Filcams Cgil Bari. “Venti milioni di euro annui sono composti per il 48,7% dal costo del personale, il resto proviene da voci non specificate dalla società tra cui consulenze, viaggi e trasferte. Natuzzi oltre al taglio occupazionale previsto nel piano industriale, deve cercare di individuare dove possono esserci degli sprechi. Ogni costo o spreco tagliato è una famiglia del territorio salvata”. La corsa in tre tappe, dunque, è appena cominciata.