Sono sempre di più i grandi nomi della moda italiana interessati al business degli hotel. Un caso particolare è l’azienda tessile Loro Piana che a questa realtà si sta avvicinando in maniera molto cauta: anche se alla fiera parigina della casa e del design Maison et Object nel febbraio scorso ha presentato la prima collezione per l’hospitality con proposte di tessuti in lana e cashmere, lino e sete da abbinare a tessuti in Trevira che portano proprio i nomi di grandi resort e catene alberghiere del mondo, come Oberoi, Oriental, D’Este.
“Il nostro obiettivo non è quello di arredare decine di hotel di grandi catene e di entrare nel segmento del contract, vogliamo piuttosto rispondere alle richieste “su misura” della nostra clientela che, attraverso l’architetto di fiducia, sempre più spesso ci chiede di poter arredare la villa al mare o in montagna piuttosto che la casa di città con i nostri tessuti, che hanno caratteristiche che si prestano perfettamente a utilizzi nell’arredamento”, spiega l’amministratore delegato Pier Luigi Loro Piana (554,7 milioni di euro di fatturato nel 2011).
Sono nati così, per le residenze private degli amanti dello stile Loro Piana nell’abbigliamento, i copriletto, le coperte, i tendaggi, i tessuti per divani, le moquette realizzati con materiali preziosi come il cashmere o la vicuña o con mischie particolari di cotone e lino creati ad hoc per l’arredamento.
In coerenza con questa impostazione, i per ora pochi passi verso l’hôtellerie sono stati fatti su singole realtà molto particolari. Racconta Pier Luigi Loro Piana: “Il debutto della divisione interiors, a cui pensavamo da tempo, è avvenuto casualmente quattro anni fa proprio con il Capri Palace dell’amico Tonino Cacace, per il quale abbiamo realizzato i divani della sala da pranzo, e di recente abbiamo collaborato con il gruppo Starwood per i nuovi arredi di alcune suite e villas degli hotel Cala di Volpe, Romazzino, Pitrizza, passati ufficialmente a metà aprile da Colony Capital, la società immobiliare americana guidata da Tom Barrack all’Emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa Al Thani”.
Certo, il mercato preme e le richieste non mancano: ma per ora i fratelli Sergio e Pier Luigi Loro Piana per la casa preferiscono non cambiare il target di riferimento (privati innanzitutto), visto che la divisione interiors sta crescendo bene ed è solo all’inizio delle sue potenzialità di sviluppo. “Ci possono interessare i casi di quegli alberghi che, per suite o ville particolari o per un’impostazione da boutique hotel, affrontano l’arredamento con la filosofia, e il budget, di una abitazione residenziale di lusso”. Già, perché, fa notare Pier Luigi Loro Piana, proporsi a un mercato differente, che si tratti di mobilieri o di grandi catene alberghiere, significherebbe doversi muovere in una logica di costi molto più vincolante di quella consentita da un rapporto con singoli clienti privati. Anche se la qualità è al top, spiega, non è poi davvero così cara da essere inavvicinabile. Un esempio? Lo Sherpa, il tessuto di cashmere destinato al prodotto iconico, il divano, dura negli anni e al consumatore costa 558 euro al metro, Iva compresa. E per un divano di metri ne occorrono da 6 a 8.