Stone Island potrebbe passare di mano. Carlo Rivetti, imprenditore alla guida del marchio di sportswear nato nel 1982 ed ex Gruppo Finanziario Tessile (Gft), ha infatti dato a Rothschild l’incarico di valutare le diverse opzioni strategiche per consentire uno sviluppo di lungo periodo del brand e, tra queste, la cessione sembrerebbe la più probabile. Stone Island, con un fatturato 2013 stimato a 70 milioni di euro, e un percorso negli ultimi due anni di crescita a doppia cifra, è attualmente controllata dalla holding Sportswear Company (che includeva anche il brand Cp Company, ceduto alla Fgf Industry di Enzo Fusco nel 2010), in mano per il 65% a Rivetti e per il 35% ai nipoti Alessandro, Mattia e Alexandra.
L’ipotesi più gettonata, come detto, è quella della cessione in toto del marchio che, alla luce delle brillanti performance degli ultimi anni, avrebbe una valutazione di mercato molto alta, compresa tra i 120 e i 150 milioni di euro. I pretendenti, per un brand con un heritage forte, conti sani e diverse opportunità di crescita in nuovi Paesi – ad oggi i mercati principali di Stone Island sono quelli europei cui si è aggiunta la Corea del Sud -, sembra non manchino, anche se l’azienda per il momento preferisce evitare ogni commento su eventuali nomi o sviluppi futuri.
“Carlo Rivetti – si legge in una nota diffusa da Stone Island – ha deciso di affidare a Rothschild l’incarico di valutare varie e articolate proposte che nel corso degli ultimi mesi venivano presentate ai soci. Lo scopo è quello di valutare con serenità e senza alcuna urgenza possibili percorsi di sviluppo del marchio che ha raddoppiato il fatturato negli ultimi 5 anni. L’azienda rimane concentrata sul suo business e valuterà solo offerte utili alla continuazione della crescita aziendale. La società non rilascerà alcun commento né di conferma né di smentita su eventuali proposte”.