La genesi di Dolly Noire potrebbe essere sviluppata in una serie televisiva di Netflix. Gli ingredienti narrativi ci sono tutti: quattro amici classe 1989 della periferia di Milano condividono la passione per lo streetwear, e, nel 2004, danno vita a una linea di t-shirt. Per il nome si ispirano a una celebrità sui generis: la prima pecora clonata. Nasce così Dolly Noire. Il progetto subisce un arresto nel 2006 e riprende in maniera più strutturata due anni dopo fino all’approdo, nel 2010, in uno degli store di tendenza più noti a Milano: AmedeoD. Nel 2013, il marchio viene selezionato da Officine Formative, un progetto di crescita per startup promosso da Banca Intesa, e vede l’ingresso di un investitore. In pochi anni, Dolly Noire è passato da 30mila euro di fatturato (2013) a oltre 1,5 milioni nel 2016 (con previsione di raddoppio nel 2017). A oggi, il brand è distribuito in più di 180 store italiani e si sta affacciando al mercato europeo e giapponese puntando in particolar modo sullo snapback, cappellino con visiera particolarmente amato da rapper e dj. Presente in fiere quali Pitti Uomo, White e Bright Show, Dolly Noire ha inaugurato uno store in Corso di Porta Ticinese, a due passi dai Navigli meneghini. Chissà cosa avranno in serbo i fab four per la seconda serie.