Segno meno per il commercio al dettaglio in Italia ad aprile 2018. Secondo i dati Istat, infatti, le vendite al dettaglio diminuiscono, rispetto al mese precedente, dello 0,7% in valore e dello 0,9% in volume. Si tratta della flessione più netta dal dicembre 2017 ed è imputabile soprattutto alle vendite di beni alimentari, che registrano un calo dell’1,9% in valore e del 2,4% in volume, mentre quelle di beni non alimentari sono in lieve aumento (+0,2% in valore e +0,1% in volume). Tuttavia, tra i beni non alimentari, calzature, articoli i cuoio e da viaggio perdono 2,3 punti percentuali, mentre abbigliamento e pellicceria segnano un -2,7 per cento.
Nel trimestre febbraio-aprile 2018 l’indice del totale delle vendite registra un calo congiunturale dello 0,5% in valore e dello 0,2% in volume.
Su base annua, le vendite al dettaglio mostrano una flessione del 4,6% in valore e del 5,4% in volume. In entrambi i casi si tratta dei cali più forti dal dicembre 2013 e questa dinamica “risente in misura rilevante della diversa collocazione delle vendite di prodotti alimentari legate alla Pasqua – spiega l’Istat -; tali vendite, infatti, quest’anno si sono concentrate a marzo, mentre lo scorso anno hanno avuto luogo ad aprile”.
Ad aprile 2017, le vendite segnavano un -0,1% sul marzo precedente, mentre crescevano dell’1,2% rispetto ad aprile 2016.
Sempre a livello tendenziale, il valore delle vendite al dettaglio registra una variazione negativa sia per la grande distribuzione (-6,1%) sia per le imprese operanti su piccole superfici (-3,9%). L’e-commerce aumenta del 16,2 per cento.
Battuta d’arresto, sempre ad aprile, anche per la produzione in Italia. Secondo i dati pubblicati questa mattina, il valore ha registrato una variazione di -1,2% su mese (+1,2% rivisto a marzo) e di +1,9% su anno (da +3,5% rivisto del mese precedente). I dati sono inferiori alle attese degli analisti che si aspettavano in media nel mese in osservazione un decremento dello 0,6% su base congiunturale e un +3,6% tendenziale. “Il dato diffuso da Istat – si legge su Reuters – conferma la fase di rallentamento vista nel primo trimestre, con l’eccezione di marzo, e mette un’ipoteca negativa sull’andamento del Pil nel secondo trimestre dopo il +0,3% visto nel primo”.
Quanto alla produzione delle industrie tessili, di abbigliamento, pelli e accessori, la variazione è -1,4% (su base congiunturale) tra marzo e aprile, mentre c’è un progresso dello 0,8% tra il trimestre febbraio-aprile 2018 e il trimestre novembre 2017-gennaio 2018. Le variazioni percentuali tendenziali (dati corretti per gli effetti di calendario) segnano invece un +1,5% tra aprile 2018 e marzo 2018, mentre il trimestre gennaio-aprile 2018 segna un +4,6% sul corrispondente periodo di un anno fa.