Momento difficile per Carven, costretto a chiedere il ‘concordato preventivo’. Secondo quanto riferito da Les Echos, infatti, il brand francese, controllato da un gruppo di investitori tra cui Bluebell Group di Hong Kong, avrebbe presentato la richiesta di protezione dai creditori presso il Tribunale Commerciale di Parigi. Carven sarebbe inoltre alla ricerca di nuovi soci. Lo scorso aprile fonti di stampa italiana avevano parlato di “colloqui conoscitivi” tra l’azienda e alcuni private equity, tra cui Style Capital, il fondo guidato da Roberta Benaglia.
Nel 2017 i ricavi della griffe sarebbero scesi a circa 20 milioni di euro, dimezzandosi, si legge su Reuters, rispetto ai livelli del 2014. Il 2014 è stato l’anno del divorzio della griffe dallo stilista Guillame Henry, che nel 2010 era riuscito a rilanciare l’immagine della maison fondata nel 1945. Dopo di lui, il timone creativo di Carven è passato al duo Alexis Martial e Adrien Caillaudaud (affiancati da Barnabé Hardy per il menswear), usciti dalla fashion house nell’ottobre 2016, e poi a Serge Ruffieux, in organico dal gennaio 2017.
Un piano di ristrutturazione lanciato nel 2016 ha portato alla sospensione del ready-to-wear maschile.
La maison dà lavoro a un centinaio di persone e conta monomarca a Parigi, Cannes e Londra. La distribuzione wholesale tocca quasi 40 Paesi. Nella procedura non sono coinvolti i profumi, business che dal 2010 fa capo al gruppo Bogart.