Pandora perde slancio in Cina e crolla in Borsa. Il colosso danese della gioielleria ha chiuso il primo trimestre del 2018 con ricavi in calo dell’1% a 5,11 miliardi di corone (686,5 milioni di euro). Al netto dei cambi, il giro d’affari cresce del 6%, in linea con le aspettative del gruppo, che negli scorsi mesi aveva stimato un primo quarter d’esercizio di poco sotto il +7-10% atteso per l’intero anno. In calo anche l’ebitda di Pandora, sceso da 1,87 a 1,66 miliardi di corone e dunque sotto gli 1,75 miliardi attesi dal consensus Thomson Reuters. L’ebitda margin è pari al 32,6% (contro il 36,4% dello stesso periodo del 2017).
“Siamo in linea rispetto alle nostre strategie al 2022 – ha dichiarato Anders Colding Friis, CEO di Pandora-. I ricavi da retail diretto sono cresciuti del 32% e ora rappresentano più del 50% del giro d’affari del gruppo, dandoci maggiore controllo sul brand. Siamo anche soddisfatti della positiva ricezione della nuova Spring collection, inclusa Pandora Shine. Come anticipato, la crescita delle vendite è moderata in questo inizio d’anno e dovrebbe accelerare con la graduale introduzione di nuovi prodotti nel corso dell’anno”.
Pandora ha registrato un calo nelle Americhe (-16%) e in Asia-Pacific (-9%), solo parzialmente bilanciato dal +15% dell’area Emea. Nella conference call riservata agli analisti, il management di Pandora ha evidenziato il rallentamento dell’azienda in Cina, che ha generato il 12% circa delle vendite trimestrali. “Speravamo e ci aspettavamo di più”, ha dichiarato il CEO del gruppo in riferimento all’Ex Celeste Impero, precisando come il mercato grigio pesi sulla performance nel Paese. “È un problema specifico della Cina. L’abbiamo visto aggravarsi negli scorsi mesi e faremo il possible per porvi un limite”, ha concluso il numero uno del brand, pronto a rafforzare le strategie commerciali.
In mattinata le azioni di Pandora perdevano oltre 8 punti percentuali al Copenhagen Stock Exchange.